CERTIFICAZIONE BIODIVERSITY FRIEND® FOREST


Nel 2023 il Consorzio Forestale dell’Amiata, attraverso il progetto BOSCO SERV.E, ha sperimentato  e ottenuto, la prima certificazione sulla biodiversità applicata in Italia  a boschi e aree naturaliformi: Biodiversity Friend® Forest, per le superfici del Gruppo Forestale dell’Amiata Grossetano.

Biodiversity Friend® Forest (BFF) è uno standard volontario di proprietà di World Biodiversity Association con un orientamento specifico per i popolamenti forestali e le aree naturaliformi.  Lo standard Biodiversity Friend® Forest comprende due moduli specifici: BFF – foreste ed aree naturaliformi, distinta in checklist per fustaie e per cedui, e BFF young (impianto di nuovi boschi). La certificazione si propone come strumento di valutazione dello stato di conservazione della biodiversità e dei servizi ecosistemici delle foreste e fornisce ai proprietari e gestori forestali strumenti per misurare gli impatti delle attività selvicolturali sugli equilibri ecologici.

World Biodiversity Association onlus (WBA) è un’Associazione no-profit fondata nel 2004 presso il Museo di Storia Naturale di Verona (Italia) da un gruppo di naturalisti con il principale scopo di studiare e tutelare la diversità biologica in tutte le sue forme. L’Associazione ha due mission: “Discovering Biodiversity”, per contribuire attivamente allo studio e catalogazione di nuove specie animali e vegetali negli hot-spots di biodiversità in Italia e nel mondo, e “Conservation by Education” per una capillare azione formativa, rivolta soprattutto ai giovani, per educare alla diversità, alla tolleranza, al diritto alla vita per tutti gli organismi e al rispetto degli equilibri naturali.

La certificazione “Biodiversity Friend®Forest”, rilasciata da CSQA Certificazioni, rappresenta per il Consorzio Forestale dell’Amiata un’integrazione fondamentale ai percorsi di certificazione di gestione sostenibile delle foreste, per rimarcare la necessità di garantire la conservazione della biodiversità e dei servizi ecosistemici nei processi di utilizzazione dei soprassuoli boschivi. L’obiettivo più importante di medio periodo è quello di guidare il mercato del legno e dei suoi derivati verso una prospettiva, non più dilazionabile, di sostenibilità ambientale delle utilizzazioni e garantire alle generazioni future la preservazione della risorsa, dal punto di vista sia produttivo, sia ecologico. La certificazione della conservazione della biodiversità e dei servizi ecosistemici attraverso il Protocollo BFF potrà contribuire in modo effettivo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, definiti nel 2015 dalle Nazioni Unite. Inoltre, le azioni verificate dal Protocollo, relative allo stoccaggio del Carbonio, possono essere identificate in sintonia da quanto espresso  nell’Accordo di Parigi del 2015 relativo alla riduzione dei gas climalteranti e degli effetti dei cambiamenti climatici. Questo strumento consentirà, infine, di valorizzare al massimo l’impegno di quei gestori, come il Consorzio Forestale dell’Amiata che, pur operando in un contesto economico sempre più spesso disturbato da fattori congiunturali, già operano in foresta con una particolare sensibilità verso la sostenibilità ambientale.

La certificazione Biodiversity Friend® Forest (BFF) interessa le superfici del Gruppo Forestale dell’Amiata Grossetano, i cui componenti sono il Consorzio Forestale dell’Amiata e l’Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetana.

https://www.csqa.it/it-it/press/bosco-serv-e-,-bosco-in-funzione-dei-servizi-ecosistemici-e-della-biodiversita

Valutare la conservazione della biodiversità:

Se conoscere la biodiversità interspecifica, cioè il numero totale di specie appartenenti alle diverse categorie sistematiche, presente in un dato territorio è pressoché impossibile, l’utilizzo di indici sintetici ottenuti dalla caratterizzazione della composizione strutturale delle comunità viventi in particolari ambienti, come ad esempio il suolo e le acque correnti superficiali, ci può offrire preziose indicazioni sullo stato dell’ambiente in cui queste comunità vivono.

Suolo – La qualità dei suoli forestali viene valutata analizzando la struttura della comunità endogea attraverso l’Indice di Biodiversità del Suolo BFF (IBS-bff), basato sull’assunto che in condizioni ambientali favorevoli un suolo in equilibrio ospita un numero elevato di gruppi di invertebrati del suolo, ben adattati alla vita edafica. Infatti, l’equilibrio e la fertilità di un suolo forestale dipendono dalla complessità della comunità biologica ed in particolare dalla presenza delle forme più specializzate alla vita endogea (lombrichi, millepiedi, centopiedi, acari, pseudoscorpioni, collemboli, dipluri, ecc.).

Acqua – La qualità delle acque superficiali viene valutata attraverso l’Indice di Biodiversità Acquatica BFF (IBA-bff) che mira, non tanto a valutare la presenza nell’acqua di inquinanti o elementi di disturbo per particolari organismi, ma a stimare quanto un ambiente acquatico nel suo complesso sia favorevole ad ospitare una significativa biodiversità. L’Indice si propone l’obiettivo di fornire indicazioni sul valore ecologico dei corsi d’acqua presenti in foresta, attraverso l’analisi dell’idromorfologia e delle comunità dei macroinvertebrati acquatici,

Aria – La qualità dell’aria viene accertata attraverso l’Indice di Biodiversità Lichenica BFF (IBL-bff) che valuta la biodiversità lichenica limitatamente alle specie epifite, ossia a quelle specie che si sviluppano sulla scorza degli alberi. L’attività metabolica dei licheni dipende dalle deposizioni umide e secche che avvengono direttamente dall’atmosfera. I licheni, infatti, non dispongono di organi specifici per l’assorbimento (radici) ma, avendo una superficie priva di cuticola gli è permesso di approvvigionarsi d’acqua e di sali minerali direttamente da tutta la superficie del tallo. È per questo che i licheni sono degli ottimi bioindicatori della qualità dell’aria, in quanto suscettibili alla presenza di sostanze fitotossiche disperse in atmosfera.

Oltre ai sopra citati indici, la conservazione della biodiversità considera anche la composizione del soprassuolo e la copertura dei diversi piani di vegetazione: arboreo, arbustivo, erbaceo e muscinale, il tipo e la profondità del suolo, il tipo di humus, la presenza di necromassa legnosa aerea e al suolo, la presenza di habitat significativi e quella di specie inserite negli Allegati della Direttiva Habitat e della Direttiva Uccelli.

Valutare la conservazione dei servizi ecosistemici:

La valutazione del livello di conservazione dei servizi ecosistemici di una foresta implica l’adozione di sistemi di analisi della funzionalità e dello stato di equilibrio ecologico della stessa. Da decenni forestali, ecologi e selvicoltori dibattono sulla individuazione di indici sintetici, di facile applicabilità e supportati da evidenze sperimentali, che potrebbero essere utilizzati per stimare l’efficienza dei flussi di materia ed energia e di funzionalità ecosistemica dei popolamenti forestali.

Secondo la visione corrente, i servizi ecosistemici comprendono anche quei benefici che direttamente sono legati al benessere umano, come l’approvvigionamento di prodotti economicamente importanti come il cibo e gli assortimenti legnosi. Questa visione deriva da un approccio tendenzialmente antropocentrico ed economicistico nella valutazione dei servizi ecosistemici.

A questo approccio, può essere contrapposto un approccio biocentrico, che considera i benefici diretti alla specie umana funzionali al mantenimento degli equilibri ecosistemici, a loro volta ottenibili solamente attraverso la conservazione della biodiversità. Infatti, è proprio la biodiversità, cioè la ricchezza delle svariate forme viventi che costituiscono una complessa rete di relazioni trofiche e spazio-temporali in un ecosistema, che garantisce il mantenimento degli equilibri ecologici nei sistemi naturali. Questo vale ovviamente anche per i popolamenti forestali che sono considerati tra gli ecosistemi più complessi del nostro pianeta.

La possibilità di usufruire da parte dell’umanità dei cosiddetti “servizi ecosistemici” dipende direttamente dalla conservazione delle “funzioni ecosistemiche” le quali, a loro volta, possono essere espletate solo attraverso il mantenimento di un elevato livello di complessità biologica garantito da quella che definiamo sinteticamente “biodiversità”.

È per questo motivo che il protocollo BFF per la conservazione dei servizi ecosistemici considera la conservazione della biodiversità e delle funzioni ecosistemiche il requisito fondamentale per poter permettere ad una foresta di offrire alla comunità umana la più vasta gamma di servizi ecosistemici, compresi quelli legati all’approvvigionamento di legname e cibo.

La conservazione delle funzioni ecosistemiche, e di conseguenza quella dei servizi ecosistemici, viene valutata nel protocollo BFF in modo sintetico attraverso indicatori che riguardano la conservazione del suolo e, in particolare, la giacitura, la struttura del popolamento, il tipo di trattamento selvicolturale e il grado di copertura del suolo. La funzione igienico-sanitaria del bosco viene considerata in relazione alla capacità del bosco di svolgere funzioni di sequestro e stoccaggio di carbonio nei tessuti vegetali. Tale capacità può essere messa in relazione con parametri forestali facilmente rilevabili quali lo stato evolutivo, la copertura e la statura attuale del popolamento.